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Il wax, tra Africa, Indonesia e Europa

Stoffa dai mille colori e fantasie, emblema dell’Africa, il wax viene in realtà dall’altra parte del mondo. Andiamo a capire dove e come nasce questo tessuto iconico e riconoscibile tra tutti.

La nascita del wax

La nascita del wax è carattaristica di un contesto geopolitico e economico di un’epoca. Siamo nel ‘800 e lo sviluppo dell’economia tessile europea si appoggia sulle colonie. Francia e Gran Bretagna cercano di espandare il loro mercato ai paesi colonizzati. Le manifatture di stoffe di Nantes e Manchester fanno concorrenza ai tessuti artigianali stampati in India. Anche alcuni industriali ollandesi approffittano delle colonie in Indonesia. Cercano di copiare e mecanizzare la tecnica locale del batik (tecnica di stampa con la cera) per produrre stoffe in serie e venderle su questo mercato. Ci mettono pero troppo tempo per sviluppare la tecnica e non riescono a fare concorrenza ai batik indonesiani.

Uno scozzese, Ebenezer Brown Fleming, ha allora l’idea di proporre questi tessuti stampati con la cera in Africa. Da poco, la macchina da cucire è stata introdotta in Ghana (allora Costa d’Oro), creando una richiesta di tessuti fini in cotone, facili da tagliare e cucire per il mercato locale.

Brown Fleming comincia a vendere i batik ollandesi, ma non solo: ha l’intuizione di creare disegni specifici per questa nuova clientela. Ha un successo fenomenale!

Le ragioni del successo

Anche se l’Africa era in qualche modo un mercato di sostituzione, il wax aveva tutte le qualità per ottenere successo. Stoffa importata e di qualità, piace alle elite che vogliono differenziarsi con vestiti e disegni originali. Stampata con l’indaco, non ha un dritto e un rovescio, come le stoffe artigianali locali. Il wax è quindi esotico perchè importato, ma rassicurante perchè assomiglia ai tessuti locali.

Presente da più di 120 anni sul continente, il wax è diventato emblematico dell’Africa. Diventa fonte di polemiche perchè alcuni lo trovano senza valore culturale, dannegiando gli artigiani locali. Pero ha anche una dimensione panafricana, essendo senza ancoraggio tradizionale. Viene d’altrove, tra Asia e Europa, ha conquistato l’Africa dell’Ouest e centrale e ora anche la diaspora. È una stoffa condivisa che non appartiene a nessuno e non ha caratteristiche religiose (anche se introdotta dai missionari) o rituali.

Nato da un incontro di culture, il wax rappresenta un mondo misto con una storia globale che si raconta attraverso i disegni stampati. In un prossimo articolo, vi parlero dell’evoluzione dei disegni e dei loro significati. Vi presentero anche il lato tecnico del wax: come e dove viene stampato.

Seguitemi per non perdere i prossimi post. A presto!

Amélie.

Fonte: “Wax, 500 tissus”, Anne Grofilley, Editions de La Martinière.

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