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La tecnica di produzione del wax

Dal batik di Giava al wax industriale

La tecnica tradizionale del batik di Giava consiste nel disegnare motivi su una stoffa con della cera d’api calda, usando tubi di bambù o timbri. La stoffa viene poi immersa nella tintura. I disegni appariscono “in riserva” laddove la cera ha impermeabilizzato la stoffa. Dopo aver lavato la stoffa per togliere le cera, il processo viene ricominciato per un altro colore.

I colonizzatori ollandesi scoprono questa tecnica in Indonesia e cercano di mecanizzarla nel loro paese. La cera viene applicata non più a mano (processo minuzioso e lungo) ma con delle macchine.

Come prima cosa, i designi sono incisi su un’asse (dopo le asse saranno sostituite da cilindri). Queste matrici sono coperte di cera e posate sulla stoffa per creare le riserve. La stoffe viene poi immersa in un bagno di un unico colore. Eventuali colori aggiuntivi saranno applicati dopo con dei timbri (“block”).

Alcuni passaggi dipendono ancora della mano umana, aggiungendo un valore aggiunto: anche un bravissimo operaio non potrà mai posizionare il “block” ogni volta esattamente allo stesso modo. Le leggerissime differenze creano dettagli unici molto apprezzati.

Una tecnica grafica molto ricca

Questa tecnica di stampa con la cera possiede una ricchezza grafica importante. In effetti, lo sfondo è una base ideale per giocare con le proprietà della resina per ottenere degli effetti di venatura (“cracking”) o di puntini (“bubbling”) lasciando alcune “bollicine” di cera dopo aver lavato la stoffa. Si puo anche applicare un disegno con un timbro di un unico colore, dopo aver rimosso tutta la cera (“solid”). Una stoffa, una volta finita, potrà presentare tutto un gioco di alternanza tra “cracking” di varie densità, “bubbling” e “solid”. Ogni metro di stoffa sarà diverso, creando uno scambolo unico, anche se prodotto in serie.

“Print”, “block” e “superwax”

Il “wax print” è passato in un unico bagno di tintura, è quindi bicolore: la tintura e la riserva. Il “wax block” presenta un colore supplementare applicato con un timbro (“block”). Il print ha un costo meno elevato perchè necessità di meno passaggi di produzione.

Il “superwax” invece ha un costo più elevato del “wax block”. È un prodotto di lusso, creato nel 1973, più raffinato e dalla produzione più complessa. Concentra tutte le possibilità offerte dal batik industriale. Utilizza un cotone fine molto piacevole da cucire e indossare. Presenta tre colori aggiunti con i timbri, invece di due per il “wax block”. Due di questi colori sono applicate su un effetto di “cracking”, la terza è opaca grazie al “solid”. Questo processo necessità più cera e più di venti passaggi! Viene prodotto in Europa da ABC e Vlisco e ha conquistato una clientela chic in Africa centrale.

Un’altra volta, vi parlero di alcuni disegni storici e iconici. A presto!

Amélie

Fonte: “Wax & co.”, Anne Grofilley, Editions de la Martinière

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